Yalda: la festa del solstizio d'inverno dell'antica Persia
Il giorno del solstizio d'inverno in Persia si celebra la notte più lunga dell'anno con una festa tipicamente zoroastriana: Shab-e Yalda. Shab in farsi significa notte e Yalda significa nascita. Questa festa fu introdotta ufficialmente nel calendario già nel 500 A.C. e si celebra in Iran, Afghanistan, Azerbaijan, Kurdistan, Pakistan, Tajikistan.
Yalda in persiano è anche un nome femminile è anche una parola usata in poesia per indicare il nero perfetto degli occhi e dei capelli della donna amata, nero come la notte più lunga. Ma yalda è anche metafora del nero assoluto, quindi del dolore e della sofferenza.
In questa notte generalmente i parenti si riuniscono dai nonni o dai rappresentanti più anziani della famiglia, e mangiano insieme melograno e anguria, mele, arance, cachi, frutta secca, pistacchi tostati con lo zafferano. L'anguria viene sepolta in agosto e mantenuta sotto terra al fresco fino al giorno del solstizio in cui viene mangiata ancora in ottime condizioni. Insieme alla frutta si mangiano piatti e buonissimi dolci a base dell'immancabile zafferano, la spezia di cui l'Iran non solo è primo produttore mondiale ma anche primo assoluto consumatore. In questa occasione si è soliti leggere le poesie del grande mistico Hafez, il cui libro omonimo si dice abbia poteri divinatori.
Lo stesso Natale, celebrato vicino alla data del solstizio invernale, fu proclamato quel giorno, quando i dotti della chiesa notarono che i Cristiani erano fin troppo legati a questa festività. Fu nel 337 D.C. che la chiesa decise di celebrare il Natale il 25 dicembre, l'ultimo giorno di festa per la nascita di Mithra, una delle più importanti divinità dello zoroastrismo.
Secondo lo zoroastismo il diavolo o Ahreman è nel buio, per cui la notte più buia dell'anno per esorcizzare il male ci si riunisce, vengono accesi fuochi, candele mangiando frutti rossi che richiamano all'estate.
Buona notte di Yalda a tutti con il calore e la luce della propria famiglia.